Quando leggiamo 20-20-20 stiamo parlando di un concime idrosolubile che, in ogni 100 g di prodotto secco, mette a disposizione 20 g di azoto totale (N), 20 g di anidride fosforica solubile (P₂O₅) e 20 g di ossido di potassio solubile (K₂O). Si tratta di uno schema bilanciato utile in moltissime fasi colturali, ma la sua forza – la completezza – è anche la ragione per cui va dosato con attenzione: i tre elementi lavorano in sinergia e una sovra-somministrazione di uno solo rischia di squilibrare l’intero metabolismo della pianta. Il “quanto” dunque non può essere un numero unico valido per tutti; dipende da tipo di coltura, momento fenologico, substrato, sistema di somministrazione e obiettivo produttivo o ornamentale.
Indice
- 1 Dose per fertirrigazione in vaso: partire dalla concentrazione e non dal volume
- 2 Fertirrigazione in piena terra: calcolare i grammi per metro quadro
- 3 Applicazione fogliare: soluzioni più concentrate ma su foglie asciutte
- 4 Lettura del pH in soluzione: un alleato contro blocchi di fosforo e micronutrienti
- 5 Interazioni con altri fertilizzanti e ammendanti
- 6 Frequenza e strategie stagionali: dal post-trapianto al mantenimento
- 7 Segnali di sovradosaggio e di carenza: sapere leggere la pianta
- 8 Note di sicurezza e sostenibilità
Dose per fertirrigazione in vaso: partire dalla concentrazione e non dal volume
Con i concimi idrosolubili il parametro chiave è la concentrazione in soluzione, spesso espressa in grammi per litro o in parti per milione di azoto (ppm N). Un concime 20-20-20 impiegato in fertirrigazione, cioè disciolto nell’acqua di irrigazione somministrata a piante in vaso, lavora al meglio tra 150 e 250 ppm N nelle fasi di piena crescita vegetativa. Tradotto: 1,5-2,5 g di prodotto in 1 l d’acqua, oppure 15-25 g in 10 l. Se il programma di concimazione prevede interventi settimanali, 150 ppm possono bastare; se invece irrighi con soluzione fertilizzante tutte le volte, scendi a 50-80 ppm (0,5-0,8 g l⁻¹). Le specie più esigenti – petunie, gerani ed erbacee da fiore in piena fioritura – accettano 200-250 ppm a intervalli di 3-4 giorni, purché il drenaggio sia efficace e il substrato non si salinizzi. Un substrato torboso con buon potere tampone sostiene valori più alti; una fibra di cocco pura richiede cautela: il cation exchange capacity è minore e l’eccesso di sali si manifesta più rapidamente con punte fogliari bruciate.
Fertirrigazione in piena terra: calcolare i grammi per metro quadro
Quando il 20-20-20 viene distribuito tramite impianto a goccia in orto o frutteto, si ragiona in chilogrammi per ettaro o grammi per metro quadro. Una linea guida prudenziale prevede di non superare 4-5 kg di prodotto disciolto in 1 000 m² alla settimana durante la fase di espansione vegetativa intensa. Scomponendo: 4 kg di 20-20-20 contengono 800 g di N, P₂O₅ e K₂O ciascuno; sono una quota robusta ma non eccessiva se la coltura è in pieno sviluppo (pomodoro, zucchine, insalate taglio ripetuto). In terreni già ricchi, o dopo una concimazione di fondo importante, dimezzi la dose. L’acqua di fertirrigazione dovrebbe portare in profilassi 25-35 mm di precipitazione equivalente a settimana: se l’estate è piovosa e la disponibilità idrica del suolo resta alta, taglia ulteriormente il 20-20-20 per non rischiare lisciviazioni.
Applicazione fogliare: soluzioni più concentrate ma su foglie asciutte
Per interventi di emergenza – clorosi improvvisa, carenze multiple – il 20-20-20 può essere nebulizzato sul fogliame in soluzioni al 0,5-1 %: ciò significa 5-10 g in 1 l. La condizione fondamentale è che la foglia sia asciutta e la temperatura dell’aria sotto i 25 °C, meglio al tramonto o alle prime ore del giorno. Una gocciolatura massiccia cuoce l’epidermide; un film sottile invece viene assorbito in poche ore. La persistenza è breve: ripeti dopo 10-12 giorni se i sintomi non si risolvono. Attenzione a sommatoria di sali: se hai già fertirrigato con 200 ppm, spruzzare ulteriori 1 % sull’apparato aereo può portare a un surplus di azoto e squilibrare la pianta.
Lettura del pH in soluzione: un alleato contro blocchi di fosforo e micronutrienti
Il 20-20-20 è di solito tamponato a pH leggermente acido (5,5-6). Sciolto in acque dure alcaline può alzare il pH oltre 7,3, limitando l’assorbimento di P e microelementi. Se il conduttivimetro indica EC > 1,5 mS cm⁻¹ e il pH supera 7, usa acido fosforico o nitrico per scendere a 6,2-6,5. Appena la soluzione torna acida, parte del calcio e magnesio precipitato tornerà in forma disponibile; la pianta ringrazia con foglie più verdi e radici più attive.
Interazioni con altri fertilizzanti e ammendanti
In programmi professionali si spezza il 20-20-20 per apportare microelementi che non sono presenti (Ca, Mg, Fe, Zn). Se affianchi nitrato di calcio, somministralo in turno separato: il calcio precipita con il fosforo presente nel 20-20-20 generando fosfato di calcio insolubile. Con solfato di magnesio, nessun problema se resti su concentrazioni moderate (100 ppm Mg). Concimi organici liquidi ricchi in aminoacidi possono essere miscelati, purché il pH resti stabile e non superi 2 g l⁻¹ di urea nella stessa soluzione: troppa urea aumenta la conducibilità e provoca stress osmotico.
Frequenza e strategie stagionali: dal post-trapianto al mantenimento
Nelle prime due settimane dopo il trapianto (ortaggi) o il rinvaso (ornamentali) è meglio ridurre azoto e puntare sul fosforo per la radicazione; puoi impiegare un 10-30-10 o un 9-45-15. Alla terza-quarta settimana, entra il 20-20-20 a 150 ppm ogni 3-4 giorni. Nel momento in cui la coltura inizia a formare frutto o fiore, il potassio diventa prioritario: passa gradualmente a un 15-5-30 o un 12-8-25 a pari conducibilità. Se non disponi di un’altra formula, continua con il 20-20-20 ma abbassa i ppm N a 100 e integra K₂O con un solfato di potassio 0-0-50.
Segnali di sovradosaggio e di carenza: sapere leggere la pianta
Foglie troppo verde scuro, tessuti molli e crescita internodale lunga indicano eccesso di azoto. Margini fogliari bruciati o ingiallimenti intervienali giovani parlano di carenza di ferro o magnesio, spesso per pH fuori scala più che per dose ridotta. Accumuli bianchi sui bordi vaso o sul substrato (efflorescenze saline) dicono che la soluzione è troppo concentrata o il drenaggio insufficiente. Intervieni sciacquando con acqua a EC bassa e ripristinando un regime di fertirrigazione più dolce.
Note di sicurezza e sostenibilità
Il 20-20-20 è igroscopico: chiudi bene la busta e conservala in luogo asciutto. Indossa guanti in nitrile quando prepari soluzioni: la pelle assorbe nitrati e fosfati. Non scaricare mai i residui in scarichi: diluiscili e distribuiscili su aiuole ornamentali a dosi minime. Per ridurre l’impronta ambientale puoi abbassare del 20 % le dosi consigliate quando usi acqua piovana, ricca di microelementi e priva di carbonati.